LETTERA VENTICINQUESIMA

. Prologo Art. 24 della nostra Costituzione, 2.o comma: " La difesa (giudiziaria) é diritto inviolabile ( dell'imputato ) in ogni stato e grado del procedimento ". Con questo documento epistolare infatti ho voluto ribadire la definizione concettuale del sostantivo "diritto"; inoltre, essendo io stato costitutivamente convinto dal pensiero anassagoreo ed hegeliano che la conoscenza umana si sviluppa dialetticamente per contrasto di significazioni, sono addivenuto ad un piano gnoseologico intellettualmente articolato in opposizioni, da cui é lecito affermare che ogni diritto é un non-dovere. Quindi, se il dovere va necessariamente perseguito - diversasmente ne subirebbero danno i terzi - al diritto, invece, si può liberamente rinunciare in quanto per gli altri non cambierebbe proprio nulla.

Questo rilievo sta a significare che, data la mia assoluta coerenza tra il dire e il fare grazie alla quale sono riuscito ad imprimere a tutta la mia singolarissima faccenda giudiziaria un'andatura prettamente politica, ho ritenuto opportuno rinunciare alla valida difesa del bravo ed onesto avvocato camerinese Saverio Manfroci.

In uno degli stupidi incontri decretati dal Gip maceratese , freneticamente ansioso di chiudere lo scandalo allo Scientifico, il dott. Piergallini accoglieva soddisfatto la richiesta a patteggiare di professori e di albergatori coinvolti nella truffa, tranne la mia, naturalmente. Un avvocato difensore di non so chi tra i miei cosiddetti co-imputati, scandalizzato per la mia ostinazione ad andare fino al dibattimento e dal mio sprezzante rifiuto della difesa d'ufficio, in quanto ho sempre ostentato di ritenermi in grado di riuscire molto bene a badare a me stesso, mi paragonò a renato Curcio ed alle sue Brigate Rosse.

Risposi con alterigia che la mia teoria, pur con aree tematiche comuni ai progetti socialisti, é molto distante dalla strategia di lotta dei partigiani della Resistenza di cui la banda armata di Curcio e Franceschini voleva riprenderne i guerriglieschi regolamenti di conti fatti, in borghese, soprattutto di imboscate contro le truppe regolari in divisa. Conclusi così il mio proclama affermando che la Confluenza Palingenetica per il Nuovo Millennio si ispira invece alla rigenerazione giacobina e montagnarda che si rende sempre più necessaria quanto più siamo costretti a stringere la cinghia dei pantaloni a causa della deprimente prospettiva economica incombente sul futuro del Popolo Italiano, costitutivamente povero e mal governato.

Se quell'avvocato fosse stato più intelligente mi avrebbe dovuto obiettare quanto segue: << Se tu ti metti contro l'intera classe dei magistrati, come credi di riuscirne indenne allorquando tu sarai comunque giudicato sempre da uno di loro ? >> A caldo gli avrei forse così rabbiosamente quanto mussolinianamente risposto: << Molti nemici ? molto onore! >> Poi avrei continuato così: << I magistrati parlano in nome del Popolo Italiano: con quale diritto, se lo hanno sempre ingannato ? Ebbene, per i miei reati mi appellerò direttamente al Popolo ! >> << Imbecille , in che modo ? >> - mi avrebbe riso in faccia quell'avvocato - << Con questo libro >> - gli rispondo ora !

Art. 104 della Costituzione, comma 1.o: "la Magistratura costituisce un ordine autonomo ed indipendente da ogni potere". Niente di più balordo ! I quasi 10 mila magistrati sono una potente e losca corporazione - con le dovute eccezioni che confermano la regola - semi-clandestina attenta ad impinguare il conto in banca semplicemente perchè ci sono avvocati che realizzano guadagni anche 100 volte superiori a quelli dei giudici. Si consideri il duello Di Pietro - Spazzali durante "la commedia dell'arte" giudiziaria di Tangentopoli: Di Pietro si e no 100 milioni all'anno, tant'é che non gli bastavano e ne ha cercati ed ottenuti molti di più per acquistare un’altra casa ed una mercedes; Spazzali invece 100 milioni li racimola mensilmente e talvolta anche più in fretta. Orbene, chi se la sente di escludere che tra le rugose perversità delle pulsioni umane non si nascondano dinamiche tali da provocare anche in un oscuro magistrato che non conosce il latino - come il Di Pietro - un accanito risentimento per il fatto che guadagna molto meno della sua controparte, al punto da sublimarne l'invidia realizzando una sceneggiata televisiva passata certamente alla storia del Popolo Italiano col neologismo "tangentopoli" ? Poi finalmente Tonino é stato, come Cincinnato, chiamato al Ministero delle Tangenti ( ossia dei Lavori Pubblici ) e così ha superato in sola gloria e non per stipendio, per ora, l'avvocato Spazzali, difensore di Cusiani.

Quanto alle mie supposte illazioni sui magistrati maceratesi, paradigma di quelli nazionali, le cronache di questi ultimissimi tempi hanno pienamente dimostrato le ipotesi dei miei teoremi.

P r e s e n t a z i o n e . L'avvocato Manfroci é un uomo ineccepibile sia nel privato che nella professione a cui si dedica con una competente serietà pari alle gravi difficoltà che la vita gli aveva riservato all'inizio della sua carriera, sperimentando direttamente, purtroppo, "la mala sanità". Gli é stato affidato un ruolo rilevante presso il "Tribunale dei Diritti del Malato" e mi ha, ogni volta che glie l'ho consentito, difeso nei numerosi procedimenti a mio carico senza chiedere nulla per onorario. Glie ne sarò per sempre infinitamente grato e questa riconoscente gratitudine glie l'ho voluta mostrare anche con questa lettera composta principalmente per lui.

Gli altri avvocati a cui mi rivolgo per conoscenza, Picuti di Foligno e Leonardi Pinelli di Recanati sono i difensori d'ufficio a me imposti dalla procura di Perugia - per l'oltraggio a Fanucci - e dal Tribunale di Macerata per calunnia al preside Valli.

Inutile ma pur sempre doveroso ricordare al lettore che anche questa lettera non produsse alcun effetto e nemmeno eco sulla stampa. Il coinvolgimento epistolare degli alti comandi dell'Arma dei CC é stato inteso per far rilevare il fatto gravissimo che nessun investigatore mi ha mai chiamato a render conto del mio "criminoso " comportamento. Perché mai ?

 

Confluenza Palingenetica per il Nuovo Millennio

 

Stim.mo Avv. Saverio Manfroci Camerino e p. c.

agli Avv.ti Ariodante e Arnaldo Picuti - Foligno;

Avv.ti Leonardi Pinelli - Recanati;

Procuratore della Repubblica Fanucci - Macerata;

" " " Belardi - Perugia;

Provveditore agli Studi - Macerata ;

Ministro della Pubblica Istruzione - Roma;

Presidente della Repubblica - "

Consiglio Superiore della Magistratura - "

Preside del Liceo Scientifico - Macerata;

Capitano dei Carabinieri - Camerino;

Colonnello Comandante Leg. Terr. CC Perugia;

Grifantini Emanuele Camerino;

Mattei Angelo "

Redazione del Corriere Adriatico Ancona;

" " " dell'Umbria Perugia;

Procur. della Rep. Antonio Di Pietro Milano.

 

Oggetto: richiesta personale di sospensione della sua competente di-

fesa in favore del sottoscritto e osservazioni storico-politiche

sul Codice di Procedura penale cosiderato come strumento

di dominio ed altre riflessioni sulle umane vicende e sulle isti-

tuzioni.

Non é un caso che le idee portanti di questo documento vengano messe in ordine nelle meste settimane delle celebrazioni per i funesti avvenimenti del 9 termidoro dell'anno secondo ( 28 luglio 1794 ) in cui avvenne l'arresto di Maximilian Robespierre e di 90 fedelissimi per finire giustiziati senza processo nella storica piazza della Rivoluzione. Ancora una volta un simcero difensore delle plebi finisce abbandonato, come precedenti centinaia d'altri, anche se una grandissima parte di Sanculotti era in armi a guadagnare, difendendo la Rivoluzione, la strepitosa vittoria di Fleurus nella valle della Sambre contro le cinque minacciose armate d'assalto austro-prussiane. Una fatale imprudenza fu poi quella del culto della morale e dell'improvviso desiderio di riconciliazione nazionale coordinata dal giacobino Chouton e dello stesso Robespierre a dispetto della saggia quanto machiavellica esortazione del Barére al prolungamento del Terrore contro i nemici interni in sintonia con le gloriose armate giacobine impegnate vittoriosamente contro i nemici esterni.

Da questa mesta riflessione compiuta da chi ha da lungo tempo forti interessi storici alle istanze giacobine condite però con la "salsa" rossa della hegeliana Filosofia della Storia, derivano le seguenti considerazioni sulla storia recente del nostro sistema processuale mantenendo per fermo questo concetto: le procedure penali rispecchiano esattamente il clima politico ed amministrativo di uno Stato. Anche la procedura fu pertanto revisionata dalla Rivoluzione Francese la quale non poté non