LETTERA QUARANTAQUATTRESIMA
P r o l o g o . Questo lungo documento é stato pensato ai primi di aprile '96 e spedito alle varie procure dalle quali pendevano i miei "conti" giudiziari. Mi interessava particolarmente che fosse stato letto dai giudici Paciaroni e Braghetti affinché si fossero meglio resi conto della natura dei miei guai: il risultato é stato un'ulteriore dilazione di date per il dibattimento del famoso procedimento 837/92: lo scandalo al Liceo Scientifico di Macerata.
P r e s e n t a z i o n e . Considerando l'articolata lunghezza del presente capitolo, é ragionevole iniziarne subito l'analisi ricordando, semplicemente, che tali riflessioni sono state così composte sia in relazione al sequestro delle armi e del relativo ricorso legale di cui ero in ansiosa attesa, sia in relazione al mio cpontributo all inserimento nella lotta politica da me intrapresa tra le varie fazioni di una Magistratura ormai consapevole del fatto che la replica delle vecchie dinamiche politiche della partitocrazia dei trascorsi decenni della "Guerra Fredda" porterà le nostre fragili e demagogiche istituzioni sempre più all'equivoco e alla confusione.
Confluenza Palingenetica per il Nuovo Millennio
Alla Procura della Repubblica Camerino,
= = Macerata,
= = Perugia,
= = Firenze,
al Consiglio Superiore della Magistratura Roma,
al Presidente della Repubblica =
OGGETTO : IL MIO "J'ACCUSE" CONTRO LA MAGISTRATURA ITALIANA:
La Follia. Magistratura e potere. Società civile e Stato.
P r e m e s s a . Irremovibilmente convinto di aver avuto a che fare con individui arroganti quanto profondamente turbati sia dal mio comportamento che dal precipitoso sfaldamento di vecchi assetti mentali ed equilibri geo-politici, ormai improponibili, mi accingo ora, per farmi sentire anche da chi si tura le orecchie, alla compilazione scritta della mia arringa di autodifesa che, dopo l'esposizione orale in sede dibattimentale, dovrà far parte integrante della voluminosa documentazione sedimentatasi a mio carico presso le procure di Perugia, Macerata, Canerino e Firenze.
L'iter giudiziario del procedimento 837/92, relativo allo scandalo allo Scientifico 'Galilei' di Macerata, somiglia ad un pigro fiume che svanisce tra le dune di sabbia di un deserto: infatti in quasi mille giorni la ridicola scia giudiziaria é arrivata fin dove é oggi: un tragitto ridicolo dopo un percorso quasi insignificante nonostante la mia trasgressiva intraprendenza. Pur di scongiurare l'archiviazione mi sono esposto infatti alle imbarazzanti sentenze aggravate poi dal mio rifiuto al patteggiamento e, soprattutto, alla difesa, anche d'ufficio. Oggi, venerdì santo di passione di Cristo, mi sono imposto a che l'acqua dell'impetuoso fiume che mi sgorga da dentro non venga assorbita dalle roventi dune delle "insabbiature" - di cui troppi magistrati italiani hanno dato prova di sfacciata audacia al punto che ora restano atterriti dalla sfida a scoprire i loro conti segreti - ma, se é destino che esso debba attraversare l'incudine del sole, che sia questo corso d'acqua almeno catturato da una falda freatica per riapparire altrove e magari da un pozzo artesiano fresca, abbondante e soprattutto al momento giusto per fare un pò di pulizia in questa nostra povera Italia intasata da troppe lordure.
L A F O L L I A
Chi é il matto? L'autore di queste pagine! Infatti, come si può constatare dall'acclusa fotocopia del decreto prefettizio, sono stato stigmatizzato dal Prefetto di Macerata e dal M.llo Sabbatini come <<...autore di comportamenti sintomatici di uno stato d'animo non sereno rilevanti pericolosità per sé e per gli altri. Avendo constatato che l'interessato risulta detentore di armi....ritenuto che la fattispecie in esame é censurabile sotto il profilo della sicurezza pubblica, tanto da far ritenere che il Testa non sia effettivamente in grado di offrire sufficiente affidamento di non abusare dell'arma.... si fa divieto al Testa di detenere armi e munizioni e si dispone il sequestro in via amministrativa...>>.
I l p a z z o i n l i b e r t à . Se una persona del genere é inequivocabilmente pazza, dieci volte tanto lo sono allora coloro che, potendo farlo, non lo hanno ancora privato del lavoro, della patente di guida, dei diritti elettorali e che non hanno ancora provveduto alla sottrazione delle sue tre figlie per l'affidamento , specialmente della terzogenita invalida.
Sono dunque completamente pazzi irresponsabili il Prefetto e il suo compare Sabbatini perché mi permettono di mantenere inalterata l'inquietante possibilità ch'io possa compiere una strage automobilistica o un'eccidio di studenti nelle aule del mio lavoro, prima del suicidio !
I l c o m p a g n o d i P a c c i a n i . Colui che infatti é afflitto da psicosi maniaco-depressiva può diventare un mostro ed a proposito di mostri suggerirei alle vigilanti autorità del benessere pubblico di sottoporre le mie armi al riscontro balistico con i bossoletti trovati nell'orto del 'contadino di Mercatale': chissà mai che per il procuratore Vigna non si dileguino le nebbie dei dubbi dato che il possesso della mia O.22 risale alla stessa settimana di agosto 1968 in cui venne uccisa agli Scopeti la prima coppietta. Sacco e Vanzetti finirono sulla sedia elettrica per un pasticcio simile.
La ridcola vicenda del tentato insabbiamento dell'iter giudiziario dell'837/92 ha le sua ragion d'essere nel fatto che sto cercando di innescare la mia serie di processi contro la 'tangentopoli' locale dalla quale potrebbero emergere scenari da letamaio che metterebbero in seria difficoltà molti insospettabili: per questo allora mi si colpisce nel vivo della mia persona con un decreto infamante quanto insopportabile anche se eseguito con estrema segretezza. Invece una storia così tanto originale avrebbe meritato la sua brava conferenza stampa da riempire le prime pagine per qualche giorno con titoli simili a questo. < Un docente di Filosofia del "feudo di Merloni" sospeso "a divinis" perché ha cercato di emulare di Pietro >. Quando però non si parla né del peccato né del peccatore allora vuol dire che sotto sotto c'é qualcosa che non quadra e che a qualche potente non ne convine la diffusione. Ma non é forse sempre stato vero che il peccto esiste soltanto se ne parlano gli altri ?
L a s t o r i a d e l l a F O L L I A . Dalle mie appassionate riflessioni sull'aurora della nostra cosiddetta civiltà posso sentirmi autorizzato ad affermare che anticamente il tema della follia evocava addirittura la nostalgica ricerca di una sapienza perduta per sempre e quindi di una superiore potenza conoscitiva indispensabile per avere il dono della beatitudine e della visione mistica. Quando poi il Giudaismo, valori socratici e Cristianesimo si fusero maleficamente, allora il tema della follia subì uno spaventoso equivoco di fronte a nuove categorie culturali quali la Crociata, l'eresia e la possessione demoniaca. Quando l'assolutismo ellenistico-mesopotamico si trapiantò in Europa attraverso le strutture politiche di Alessandro il Macedone, di Augusto, del papato e infine del Sacro Romano Impero: sotto questultimo si cominciò ad isolare, e se necessario, ad eliminare sia i dissidenti che gli eretici.
La maggiore efficienza politica fu dagli apparati del dominio raggiunta quando la Chiesa riuscì trionfalmente a convincere le folle diseredate che i mali della Terra erano inferti dal Padreterno per colpa dei peccati degli eretici stessi. La fragilissima coscienza della massa era tale che le turbe deliranti accorrevano avidamente ad assistere allo spettacolo della tortura e del supplizio, grottescamente convinte della necessità della condanna capitale su un poveraccio, ignarando però esse stesse che l'ultimo sventurato avrebbe lasciato ben presto il posto, nel prossimo supplizio, ad un'altro disgraziato presente tra la stessa folla. Lo 'spirito della Tragedia Classica' raggiungeva così la sua apoteosi proprio nella cattolicissima Spagna ed ancora una volta e più che mai sarebbero stati milioni di innocenti a pagare, in tutta Europa, per le colpe altrui.
L' a v v e n t o d e i m a n i c o m i . Mentre la "modernità" e la sua esigenza dell'individuazione del concetto di razionalità partoriscono una nuova tassonomia della diversità di quei comportamenti sociali tendenti alla perturbazione dell'ordine sociale costituito - quella appunto di <alienazione mentale considerata come infermità> - occorrerà lo "spettro del comunisno" ottocentesco per indurre la medicina ufficiale ad esprimere il 'concetto di manicomio' in analogia con quello di <galera>: il CARCERE per chi attenta alla proprietà privata e l'ergastolo in OSPEDALE PSICHIATRICO per tutti coloro che avrebbero insidiato le istituzioni.
C h i i n s i d i a l e i s t i t u z i o n i E' all'inizio dell'8OO infatti che viene elaborato questo nuovo concetto di pericolosità sociale della malattia mentale in base ad una semplice elaborazione logica: mentre nei secoli precedenti il decorso "patologico del folle" non sarebbe riuscito ad innescare alcun meccanismo politico-sociale di effetto perturbatore ora, con la "presa di coscienza politica" elaborata da Marx in favore delle classi produttrici, i dominatori scoprivano questa diversa interpretazione del concetto di alienazione mentale: anche l'individuo che si comporta con esagerata easperazione dell'eccesso é senz'altro un folle che usa la violenza contro l'apparato ma ben più pericoloso "folle" é, per il potere, colui che ha il coraggio di lottare, specialmente se da solo e proprio per questo, con mezzi non solo necessariamente tali da sortire impraticabili da una più vasta organizzazione di sovversione politica quanto più perchè inclassificabili dalle categorie mentali collettive ( status communis rerum )aderenti allideologia dei dominatori: é la celeberrima allegoria del topolino che si annida nel timpano dellorecchio dellelefante procurandogli un dolore talmente lancinante da sospingere il pachirerma nel precipizio mortale di un baratro da cui il sorcetto ne esce sano, salvo e...anche molto divertito!
Proprio per l'ormai diffusa coscienza di classe e per un aumentato circuito dell'informazione di massa, sia il rogo che l'esecuzione in piazza avrebbe sortito un effetto opposto a quello dei "bei" tempi delle condanne a morte comminate dall'inquisizione: adesso le masse oppresse avrebbero ben compreso che il supplizio inferto al "folle" sarebbe stato determinato dalla sua ribellione a quella stessa oppressione subìta dalla moltitudine dei reietti.
Per questo semplice motivo si rese necessaria una nuova versione di condanna a morte del sovversivo senza spargimento di sangue, anzi mantenendolo vivo nell'inferno del manicomio ma annientandogli definitivamente la personalità: l'ospedale psichiatrico come luogo di isolamento perpetuo ! Il contributo fornito poi dalla concezione positivistica della scienza approntò anche delle mostruose terapie pseudo-scientifiche che servivano però a rendere il degente non soltanto definitivamente alienato ma addirittura a farlo ben presto morire sì da lasciare il posto, come una volta sui roghi, al prossimo malcapitato.
L ' a v v e n t o d e l l a P s i c a n a l i s i . Per fortuna fu la stessa crisi positivista delle scienze meccanicisticamente intese, suscitata dall'Irrazionalismo e dal relativismo neo-positivista, a riaprire provvidenzialmente il dibattito culturale sui criteri per la definizione del concetto di 'malattia mentale'. Fu così riaperto il discorso sugli ospedali psichiatrici e quindi sui 'matti'. Pur tra mille difficoltà e contraddizioni la ricerca andò avanti tra le opposte rive dei totalitarismi social-fascisti e social-comunisti da una parte e della psicanalisi freudiana dall'altra. Per il Papa, Mussolini, Stalin, Hitler, Franco e Mao Tze Tung il manicomio é un fondamentale strumento di controllo della dissidenza interna; per Freud invece tutti noi siamo matti perché il vero manovratore del nostro apparato psichico é l'Es, una forza impulsiva (il dionisiaco di Nietzsche) inconscia e vitalistica, perciò autenticamente libera ma proprio per questo imprevedibile e refrattaria ad ogni indagine meccanicistica; inquantificabile in calcoli matematici.
Nonostante il fatto che io fossi da tempo bene a conoscenza di questi argomenti, potrebbe sconcertare il fatto che io mi sia fatto incautamente incastrare dal Prefetto di Macerata. informato dai Carabbinieri di Camerino, con la qualifica del "matto". La verità é invece quella che tra le istituzioni e me c'é una partita, da oltre 1O anni, ad un gioco molto strano nel senso che entrambi gli antagonisti stanno cercando l'uno di attirare l'altro nel proprio terreno di lotta a lui più congeniale per sferrare il colpo decisivo alla dichiarazione della vittoria finale sapendo invece, entrambi i contendenti, che la lotta sarà ancora lunga e si intreccerà inevitabilmente con i traumi del faticoso rinnovamento della vita politica italianam di questa convulsa fine del secondo Millennio.
C h i é v e r a m e n t e m a l a t o m e n t a l e ? Quanto al discorso sul relativismo dialettico - con cui possiamo renderci conto del fatto che ovunque gli opposti coincidono - inteso come la meno peggiore delle modalità con cui diamo un senso alle cose del mondo, c'é da ribadire ancora una volta che non esiste alcun criterio per stabilire la differenza tra il sano ed il malato di mente.
"Innanzitutto e per lo più" - come amano ripetere Aristotele ed Heidegger - pazzi ed empi sono coloro che agiscono in conformità di scopi soggettivistici tendenti possibilmente al massimo grado di benessere personalistico ma che mettono in pericolo la stabilità sociale e la coesione del gruppo. L'eccelso Machiavelli, che di follia ben se ne intendeva, auspicava che la società, costituita da individui naturalmente perversi, trovasse un principe che fosse in grado di convogliare, le pulsioni crudeli dei singoli verso scopi socialmente utili alla collettività e per ben operare in questa direzione sarebbe stato indispensabile sgomberare la mente dalla ridicola questione dei valori morali in quanto non sono altro che ipocrite posizioni utilizzate per coprire la vera sostanza dell'agire umano: la bramosia del possesso a qualunque costo.
Tutto ciò sta a significare che se - ad esempio - in una famiglia di lupi, ovviamente carnivori, ce ne fosse uno che cominciasse a rimbrottare i migliori azzannatori del branco insinuando loro il senso di colpa per l'uccisione degli inermi agnelletti, candide pecorelle e vispi cinghialetti, quel lupo "moralista" sarebbe subito qualificato, dal resto del branco, come un pazzo asino scriteriato. E con assoluta ragione, poiché la natura del lupo non é predisposta a nutrirsi di clorofilla, ghiande o foglie secche.
P a z z i a c o m e a u t o l e s i o n i s m o . Se volessimo estendere l'esempio ad altre famiglie di lupi ben più temibili, come appunto ad una cosca mafiosa e un suo affiliato, e quest'ultimo si mettesse a fare il moralista - ossia lo spione - é naturale che verrebbe classificato come un pazzo traditore da eliminare al più presto.
Continuando il ragionamento sulla medesima lunghezza d'onda, anche i nostri pacifisti sono un pò scemi quando criticano la Valsella di Agnelli amministrata da Cesare Previti perché dalla produzione di quelle ottime mine, comodamente disseminabili sul territorio nemico, lo Stato trae quegli introiti di cui una parte andrà destinata anche per la soddisfazione dei bisogni fittizi del pacifista tipico che si rivela sempre come un idealista da strapazzo che non vuole turbare la sua coscienza di egoista incallito ma che non si priverebbe di un bel nulla per evitare veramente le guerre se ciò significasse ridimensionare il capriccioso tenore di vita a lui consentito dalle democrazie dell'opulenza bisognose di fabbricare anche mine storpianti.
U n f u n z i o n a r i o c o r r o t t o . Raccomandando al lettore di non perdere il senso di queste induzioni argomentative, spiegherò ora il motivo fondante su cui poggia la qualifica di 'pazzo criminale' regalatami dal Prefetto e dai Carabinieri. Anche per me é stata una casuale scoperta, in seguito ad un lungo colloquio di quasi due ore concessami dal vice-prefetto Verrecchia Ermete dopo che, all'indomani del sequestro delle armi, avevo imutilmente richiesto udienza al Prefetto. In qualità di cittadino in regime democratico di uno Stato cosiddetto di Diritto cercai di esternare, a quel rappresentante della Repubblica, la mia grande amarezza per l'infamante epitteto. Il disonesto funzionario ascoltò con relativo interesse la mia complessa vicenda fingendo anche di ignorarla. Quando gli esposi le mie pretese di conoscere tutta la dinamica inquisitrice, così come s'addice ad un regime democratico in cui l'accusato possa conoscere il nome dell'accusatore, l'ancor giovane personaggio da sette-otto milioni al mese mi liquidò con le seguenti parole indelebilmente scolpite nel mio vissuto:
<< Prof. Testa, vede, in questo grande apparato burocratico del Ministero degli Interni, così come in tutti i Ministeri della Repubblica ed amche nei provveditorati, nelle direzioni provinciali delle Poste e della Banca d'Italia, nelle intendenze di Finanza, negli uffici del Genio Civile, nelle Prefetture, nelle Questure e nei tribunali, tutto il personale, dagli uscieri ai dirigenti, marcano giornalmente il loro bel lavoro straordinario e quand'anche arrivasse un'ispezione per rilevare l'effettivo impegno pomeridiano degli impiegati, tutto filerebbe liscio come olio perché i controllori vedrebbero ogni impiegato al suo posto>>, (dato che nelle ore regolari di lavoro non fanno un cazzo - aggiunsi mentalmente io ). Ebbene, caro Testa, voi professori che possibilità avete mai di procurarvi la documentazione del lavoro straordinario SE NON IN OCCASIONE DEGLI ESAMI DI STATO durante i quali, da sempre, vi é stato possibile arrotondare lo stipendio che, a quanto mi risulta, é anche magrolino? Non ha senso andare contro i propri interessi e magari infangare i colleghi con vili delazioni ! >>.
Quasi mai in vita mia sono restato così ingenuamente incredulo e deluso da tanto permissivismo ipocrita caratteristico dell'Italietta stracciona e mentecatta; tuttavia ebbi anche una preziosa illuminazione sui motivi del decreto infamante. Il Verrecchia volle dirmi infatti che...da professore e con uno stipendio inadeguato lo Stato mi ha consentito di rifarmi mentre io ho risposto con una lurida spiata METTENDO NEI GUAI ME STESSO ED I MIEI COLLEGHI !
A questo punto replicai con tutta la mia efficacia argomentativa spiegandogli che io non ho mai fatto la spia ma che in tribunale non avrei mai patteggiato perché da quel criterio disonesto di falsi pernottamenti e pasti ne era derivata l'impossibilità di affidare alla mia terzogenita, completamente invalida, un immediato sostegno scolastico dato che il Ministero della Pubblica Istruzione era restato privo di copertura finanziaria per lo stipendio dell'insegnante di sostegno.
Dunque io non sono stato emulo di quel lupo moralista che rimprovera agli azzannatori del suo stesso branco perché uccidono crudelmente gli agnellini di cui egli stesso ha poi bisogno per nutrirsi. Ma io non posso sentirmi però neppure accomunato a quelle belve che divorano il denaro pubblico completamente immemori del concetto di Società e di Popolo perché i pensieri che mi dà questa mia figlia invalida i miei colleghi bontemponi non solo non li hanno ma non vogliono neppure capirli e con l'agonia dello Stato Sociale io mi sento perduto: che sarà di lei dopo la mia morte ?
L a m i a febbrile a t t e s a p e r u n e s o r d i o p o l i t i c o . Per quanto riguarda la presunta patologia psichiatrica sentenziata dal Prefetto di Macerata ai miei danni da cui ha fatto seguito il sequestro di tre arnesi da sparo legalmente posseduti, debbo ammettere che detto provvedimento mi ha profondamente ferito ma che potrebbe essere anche un importantissmo argomento da sfruttare per il mio prossimo ingresso in politica per la fondazione della CONFLUENZA PALINGENETICA PER IL NUOVO MILLENNIO che tanto ha spaventato ministri, magistrati prefetti, provvedittori ed altri mangiauffa e portaborse leccapiedi di regime. Sono sicuro poi che sta giungendo l'opportunità del dispiegamento in campo del concetto di << Palingenesi>> da me elaborato dal chiliasmo, dal nichilismo, dalla dialettica, dalla Rivoluzione Francese, da Machiavelli e da tutta l'evoluzione dell'idea di Tragedia Classica.
Una simile immagine, corredata da profonda speculazione metafisica, potrtebbe trovare un'inaspettata fertilità nel terreno della diffusa inquietudine rigogliosamente cresciuta nel clima del post-moderno e sulle macerie del Muro di Berlino. Quanto alla mia dubbia stabilità mentale sospettata dalle autorità di pubblica sicurezza, posso assicurare che non c'é stato un solo istante della mia vita nel quake io non abbia saldamente vigilato: sulla mia coscienza: lo possono confermare il mio stile di vita e tutti coloro che ben mi conoscono.Quanto poi alla mia competenza in psicologia, voglio rammentare ai lettori che si tratta di una materia scolastica di cui sono abilitato all'insegnamento: pertanto sono in grado di introspettare nell' altrui e nelle proprie viscere dell'apparato psichico per addivenire attendibilmente alla classificazione della personalità.
I l c o n t r o l l o d e l s é . Le reazioni - là dove si rendono necessarie - alle mie esperienze vissute si sono sempre espresse in situazioni assolutamente normali sia per intensità che per contenuto e ciò non contraddice alla mia auto-definizione di 'cacciatore di emozioni' sane, pulite ed eccellenti. Anche quando ho proposto l'agghiacciante impressione del lezzo del sangue dei giustiziatiannusato dei giustiziandi in attesa di morte nei pressi della ghigliottina intesa non come mattatoio bensì come ara sacrificale della Confluenza Palingenetica - sulla quale punire con i sacrifici supremi i nemici del Popolo - assicuro chi non mi conosce che non é avvenuto alcun disturbo patologico della mia coscienza, né confusione emotiva, né alterazione dell'umore o tanto meno alcuna elaborazione schizofrenica secondaria delle impressioni emotive primarie: ha invece in me prevalso di gran lunga un sanissimo quanto profondo misticismo cosmico.
Non ho mai pertanto ceduto ad esplosioni colleriche né sono mai stato predisposto a ciò ma sono anche cosciente di quanto accade in ogni società costitutivamente repressiva in cui ognuno di noi appronta, come difesa dalla disperazione in cui vive, un meccanismo inconscio di accumulazione: ma il detonatore di questa dinamite é da me tenuto ben lontano dalle polveri fino a quando, ovviamente, non sarà giunto il momento opportuno per il riscatto - o ricatto come i cosiddetti benpensanti pretendono indicare - quando a farlo sono i deboli - palingenetico del Popolo Italiano.
L'angosciosa reazione l'hanno dimostrata invece la Prefettura e i Carabinieri in quanto hanno chiara consapevolezza di essere organismi mercenari degli apparati polizieschi e di meritare pertanto la sorte dei "sorci sorpresi a razzolare nella dispensa di famiglia".
Quanto al discorso delle pulsioni originarie ed inconsce - unica dimensione di libertà in senso assoluto - assicuro di aver completato i livelli di sviluppo individuati da Freud: la fase orale, lo stadio sadico-anale, quello fallico, quello relativo alla latenza per consolidare, infine, lo stadio genitale. La mancata soddisfazione delle pulsioni legate alle fasi dello sviluppo psichico é alla base di ogni patologia dell'adulto e per questo, poiché tutti noi abbiamo subìto, con le restrizioni operate dalle convenzioni socio-culturali, i necessari impedimenti alla libera soddisfazione delle pulsioni infantili, siamo dunque TUTTI AFFETTI DA PATOLOGIE DELL'APPARATO PSICHICO. L'unica terapia valida é allora quella di calarsi da speleologo negli anfratti più oscuri e instabilmente minacciosi del proprio io mediante
lo studio approfondito della psicologia che a me non é mai mancato.
Le mie considerazioni a favore della condanna a morte non sono patologie imputabili all'impulso necrofilo determinato a sua volta dalla liberazione degli innati istinti di morte bensì il risultato del processo dialettico del mio pensiero. Solo l'odio è infatti il migliore alleato dell'Amore: non nel senso della loro coesistenza nel medesimo atteggiamento gnoseologico-pratico-sentimentale quanto in quello che non si può veramente amare se non si é pronti ad odiare chi offende il nostro oggetto d'amore, sia esso una biciccletta, una figlia o il Popolo a cui si appartiene.
C i c l o t i m i a e s c h i z o t i m i a. Come ultimo argomento di questa prima parte ritengo utile riflettere sul cosiddetto "controllo dell'umore" e relative varianti patologiche di cui la Prefettura maceratese ed i Carabinieri camerinesi mi reputano non essere in grado di effettuare. E' assodato ormai che la personalità viene classificata a seconda della < reattività > e della qualità dell'umore: alle estremità della scala tassonomica - all'interno delle quali ci sono le gradazioni intermedie - abbiamo la "ciclotimia" e la "schizotimia"; quest'ultima non ha nulla a che fare con la "schizofrenia".
Mi é infatti familiare della ciclotimia una ideazione rapida ed estensiva - ed a proposito di ciò mi definisco scherzosamente un uomo dallutero giovanile - in colta analogia di cervello-utero - che é anche in grado di gustare le sollecitazioni piacevoli dell'ambiente: per questo so anche mostrarmi nel giusto frangente come un buon conversatore molto socievole e realisticamente capace di ottimizzare l'adattamento all'ambiente inerte o refrattario o addirittura ostile; per quanto riguarda poi il cosiddetto "tempo psichico" sono in grado di far trascorrere, a chi é con me - se lo voglo e se mi conviene - ore in piacevole rapidità.
Tuttavia é anche vero che io ho sempre sentito in me le contraspposte esortazioni all'introspezione:
a) il "devi conoscere te stesso", dell'anti-democratico Socrate;
b) il "prendi coscienza", dell'ultra-democratico Karl Marx.
Tale preziosa opportunità, fornitami dai miei interessi culturali indispensabili alla mia professione, ha mantenuto in me il duplice versante tipico degli schizotimici: da una parte l'aspetto 'saturnale', dionisiaco ed oscuro della coscienza; dall'altro quello apollineo, luminescente e circonfuso, tipico di un ambviente psichico appena appena schizotimico.