LETTERA VENTUNESIMA

P r o l o g o . Affranto, ma anche bellicosamente irato, per il contenuto della diciannovesima lettera che mortificava come non mai la sorte di coloro che soffrono per colpe non prorpie e per tutti coloro che vivono accanto ad essi, cercai invano una spiegazione presso il segretario comunale di Camerino ed i suoi collaboratori traendone nuovamente la comprovata convnzione che il Tutto permane in una quiete beata ma che al suo interno si formano forti diffenenze di potenziale reciprocamente neutralizzantesi tali da legittimare la conclusione che la disgrazia dell'uno costituisce sempre un favorevole evento per l'altro.

Dopo un Natale contrassegnato dall'ebollizione di vivaci fermenti politici sia interni che esteri e dalla mattanza jugoslava aizzata anche dal Vaticano e dalla Farnesina, il 18 gennaio 1994, finalmente, moriva anche la Democrazia Cristiana - ma. ahinoi non i democristiani - attirando purtroppo sulla sua carogna in lezzosa decomposizione nugoli di jene, procioni, sciacalli ed avvoltoi per avventarsi sui resti fetenti della funesta carcassa.

P r e s e n t a z i o n e . La lettera, indirizzata al sindaco Grifantini,é molto oltraggiosa ed in essa é contenuta la dichiarazione per la sua candidatura all'ascesa al palco della Ghigliottina vista come il migliore strumento di purificazione rigenerativa che la Storia ci possa offrire, insostituibile per la Confluenza Palingenetica per il Nuovo Millennio, il vero Giubileo.

Questo ventesimo documento da solo non sarebbe stato sufficiente a guadagnarmi una bella querela se il 30 gennaio '94 in una riunione di ex-democristiani convenuti nella sala ACLI di Camerino per la rifondazione del Partito Popolare, io non avessi preso la parola - in nome dell’art 43 della Costituzione - dopo gli stupidi interventi di Franco Sagratini e dell'assessore Bottacchiari, difensori del mercato e della privatizzazione, sia per ribadire l'incongruenza delle deduzioni argomentative a favore del liberismo sia, soprattutto, per rinnovare pubblicamente ed a viva voce la condanna a morte per il lì presente Grifantini a cui lanciai anche la sfida a denunciarmi per così gravi e specifici insulti alla sua persona ed al suo partito.

Nel dicembre '95 ci fu effettivamente una frettolosissima udienza in cui un pretore-ragazzino, come vedremo nella lettera N°37, era talmente terrorizzato dai miei continui riferimenti alla Ghigliottina ed allo Stato Etico che addirittura formulò un vero e proprio panegirico alla mia rivoluzionaria condotta sanculottiana.

Tuttavia questa lettera fu da me composta più che altro per sollecitare una qualche risposta da parte di chi si fosse sentito investito dalle mie invettive ma naturalmente nessuno si fece vivo né alcun inquirente o poliziotto mai mi invitò a rendere ragione della mia veemenza epistolare testimoniata, anche in questa occasione, da un'insolenza audace e provocatoria non tanto fine a se stessa quanto inserita nell'originaria intenzione di non far cadere nell'oblio della prescrizione il preocedimento 837/92.

Confluenza Palingenetica per il Nuovo Millennio

Al Sindaco Grifantini . . . . . . Camerino,

all'assessore ai Servizi Sociali Winni Mazzoli . . . =;

al Consiglio Comunale; . . . . . . =,

al sig Mattei Angelo;. . . . . . . =,

Al Direttore Didattico -. . . . . . . =,

al Provveditore agli Stidi . . . . . Macerata;

al procuratore Fanucci - Tribunale di . . . . . =;

alla Redazione del Corriere Adriatico. . . . .Ancona

Oggetto: dichiarazione di categorico rifiuto da parte del sot -

toscritto alla contribuzione per ogni forma di as-

sistenza extra-scolastica a favore di mia figlia Ifigenia.

Sarebbe stato come perdere una splendida occasione se non avessi composto anche questa lettera doverosamente minacciosa il giorno 18 di gennaio del 1994: quello della morte della Democrazia Cristiana anche se ora, come nel battere il ferro ancora caldo, ci si dovrebbe affrettare ad interdire che nel ventre del mostro senza vita si formino le colonie di vermi per poi sciamare, metamorfizzati, in altri sistemi politici non ancora direttamente travolti dalle macerie del Muro di Berlino.

Il fatto di aver tralasciato di collegare la figura del Grifantini - per me ascrivibile ai gradi infimi della scala filogenetica - a quegli abominevoli abitatori-mangiatori di cadaveri é funzionale invece al maggior risalto di quanto ora segue: come sindaco é un demagogo che vuole spendere al meglio la sua quarantennale esperienza di politico bugiardo che non ha mai creduto in ciò che ha detto e fatto, che ignora con pretestuosa arroganza la mia precedente ingiunzione, speditagli un mese fa, in cui ho espresso il mio determinato rifiuto a sostenere interamente la quota per l'assistenza extra-scolastica e non domiciliare, che é un'altra questione. Come avvocato, inoltre, si rivela di scarso valore perché non é in grado di approntare le condizioni procedurali per una rapida disamina giuduziaria delle mie invettive da cui non ha scampo.

Così facendo egli conferma l'ordine delle cose: ossia che la vita sventurata di un invalido (non del suo rango) vale meno di una superflua soddisfazione perseguita da un aristocratco. Il grande Max Weber fu il primo a scoprire questa perversa dinamica psicologica che io da tempo sto sperimentando sulla pelle della mia sventurata bambina, senza alcuna tema di smentita, purtroppo. Considerando così il fatto che per il Grifantini, forse abbastanza meccanicamente, una bambina invalida e per di più figlia di chi la Dc l'ha sempre detestata, possa legittimamente non essere considerata parte del Popolo Italiano, é doveroso allora che, a nome del Popolo stesso, lo si dichiari candidato all'espiazione sul nuovo Altare della Patria per la Palingenesi del Nuovo Millennio, la sublime istituzionalizzazione pensata per il grande riscatto civile e morale del nostro Popolo, i cui nemici hanno sempre imperversato al suo interno.

Il nostro sindaco, dunque - l'espressione francese comicamente italianizzata é senz'altro la più consona - é un vigliacco mentitore il quale, quasi atteggiato a ieratico maestro di vita, durante le sue puzzolenti campagne elettorali si presenta paladino della vita e della bella famiglia ma il fine ultimo della sua prassi, l'estrema "ratio" é soltanto quello di provvedere sempre e comunque ai cazzi suoi anche se ciò talvolta ha implicato un pò di sacrificio per il suo partito.

La sortita di Berlusconi nel campo di battaglia della politica lo ha fatto ubriacare poi di mercato, di privato e di libertà. ovviamente solo per sé e i sui compari. Un discorso sull'uguaglianza però lo farebbe morire di pena perché gli lascerebbe ben poco da arraffare. Per questo, allora, nell'imminente crollo nazionale per le spese sociali, gli piace tanto fare con me muro contro muro contribuendo non poco a permettere così ai suoi amici ladri di continuare a raschiare i fondi delle casse dello Stato.

Non mi accontenterò mai abbastanza della morte della Democrazia Cristiana anche se sono ancora vivi i democristiani e dunque occorrerebbe ben altro per farmi toccare il cielocon un dito; tuttavia non é poi male il fatto che dopo 96 anni, o meglio dai tempi dalle cannonate del generale Bava Beccaris nel 1898, in cui clericali ed intransigenti, cattolici, conservatori e moderati si associarono a delinquere con la Breda, la Edison, la Montecatini, la Fiat, la Olivetti, la Falk e l'Ansaldo, tutte iniziative capitalistiche molto bisognose dell'attività pastorale e bancaria: dopo un secolo, vivaddio, questo sta sparendo in rapide sequenze anche se - ahinoi ! - come agli alieni e ai mutanti, al Vaticano sarà ancora possibile ripresentarsi sulla scena politica in sempre nuove forme fondate sul medesimo scopo: lo sfruttamento.

Mi sia concesso però un piccolo giubilio per l'irripetibile trionfo che i comunisti hanno ottenuto mediante l'opera del Di Pietro: senz'altro anche il Pci andrà in rovina ma se é vero che i comunisti perseguivano il sogno della distruzione di Piazza del Gesù, la Procura milanese ne é stato l'inaspettato "quartier generale" ed il Tribunale di Milano il campo di battaglia per una guerra fatta e soprattutto vinta - manco a dirlo - "per procura". Il Di Pietro é stato dunque un messia per i comunisti per il semplice fatto che ha agito in favore del Pci: infatti, da miserello magistratino con uno spipendio statale di poco superiore a 5 milioni al mese, ha annientato la Dc ed i suoi ladri nelle convulse sudorazioni delle palle di Craxi e con la bava essiccata di Forlani, i due noti super briganti, nonché plurimiliardari, ovviamente a spalle del Popolo .

Nell'attuale fase storica in cui i fondi popolari per l'assistenza e la cosiddetta "solidarietà" vengono assottigliati da una struttura sanitaria concepita non per la salute del cittadino (la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse della collettività; art 32 della Costituzione) ma per comprare voti per i partiti di governo, al mio kalanshnikov ben lubrificato con olio santo manca solo il solenne rito dell'introduzione del colpo in canna.

Se il benpensante Grifantini per caso disapprovsse come troppo minacciose ed insolenti le mie turpiloque espressioni desunte dai linguaggi qualunquistici e reazionari con cui vengono evocate visioni apocalittiche e i molto condivisibili sferragliamenti di ghigliottine, costui rammenti sempre che "ad ogni effetto corrisponde sempre altrettanta causa". Né, sempre costui, nel caso vi fossero nella sua mente sparsi residui di classicità, non rifiuterebbe di ammettere che il mio credo politico si muove sulla strada della Sofistica antidemocratica di Callicle ed Antifonte, Ippia di Prezzolini e di Papini, maestri di Indro Montanelli.

Ma la mia dichiarata "antidemocrazia" é in fondo una difesa della vera democrazia poiché per antidemocrazia deve intendersi la lotta contro coloro che, in nome di questa perversa democrazia, con l'apparenza della dedizione alle pubbliche cure badano in realtà soltanto ai cazzi propri! Questa bambina, dieci anni or sono, io non la volevo e voi democristiani invece sì: ora accade esattamente il contrario! Voi che vi arrogate il vanto di portare l'Italia sui parametri civili delle social-democrazie del Nord- Europa, perché non mi dite come in Francia - senza scomodare la Germania - vengono risolti i casi analoghi al mio? E vi rifiutate anche di considerare, luride canaglie, che io sono un affezionato servitore dello Stato e che voi democristiani, che lo avete espropriato attraverso le istituzioni, siete ancor più esecrabili nella vostra insolente ostinazione a fare orecchie da mercante lasciandomi così in un baratro di guai e senza alcune prospettiva per il futuro sia della mia bambina come di un ulteriore esercito di veri invalidi. Per tutto ciò - e se ne avrebbe legittimazione dalla stessa Razionalità Attica - mi considero autorizzato, " in nome del Popolo Italiano" - così come affermano i giudici in tribunale - a dover fare di tutti voi un'emulsione di merda e sangue ed un impasto di cervella e capelli: quale migliore inizio per la Palingenesi del Nuovo Millennio?

Camerino, 18 gennaio 1994.

Cesare-Maria TESTA

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