LETTERA TRENTACINQUESIMA
P r o l o g o . Questa lettera é una delle più audaci sia nel contenuto che nella forma. Il motivo di tanta ostinata acredine é, come già tante volte detto, comunque finalizzato a sondare politicamente la capacità di reazione giudiziaria a così ardue mie invettive. In condizioni di normalità, infatti, se ad un individuo pervenissero dei minacciosi insulti autografi sarebbe ovvia una bella denuncia con ingiunzione a presentarsi al più presto da investigatori o magistrati; se per caso ciò non dovesse avvenire allora sorgerebbe certamente un'ipotesi molto plausibile: che l'accusatore dica il vero ? In tal caso conviene lasciarlo sfogare liberamente con le sue sciocche invettive nella cui compilazione egli si sentirà senz'altro appagato di tanto infantile protagonismo.
A questo punto é legittimo chiedersi se la pubblicizzazione di tali sconcerie sia moralmente opportuna o meno; se é vero che tra noi e la verità non debbono essere frapposti ostacoli o patine opacizzanti, allora il non privare i cittadini del diritto di conoscere tutta la verità, quindi leggere integralmente queste singolari testimonianze di lotta politica, diviene prassi deontologica. Voglio anche ricordare al lettore che io non ho mai commesso nella vita, di cui ho già da un pò inaugurato il sesto decennio, nulla di cui vergognarmi: infatti la finalità del mio agire é sempre stata kantianamente orientata all'armonia delle parti col Tutto in una prospettiva di finalismo assoluto pur essendo io ben consapevole, così facendo, di aderire alla sublimazione di un risentimento con cui mascherare la rancorosa malevolenza verso coloro che da sempre ingannano il Popolo e contemporaneamente incrementano ingiustamente anche il mio disagio. Non egoismo moralistico, dunque bensì altruismo etico
P r e s e n t a z i o n e . L'incursione epistolare contro l'ex sindaco Grifantini Emanuele, il suo difensore avv. Copponi Francesco ed in pratica contro tutto il Foro camerte é da intendersi come il macigno scaraventato, dall'apollineo Zeus, su quella malsana palude su cui galleggia Camerino, il mio paesetto, anzi, il "natio borgo selvaggio" nel quale sono tornato a vivere nel 1988 dopo un'assenza, di fatto, quasi ventennale.
Camerino infatti ha sempre fedelmente rappresentato quel "minimo comun denominatore" della corruzione nazionale con la stessa precisa similitudine intercorrente tra la diapositiva ed il suo ingigantimento sullo schermo. L'asfissia provocata dalla cappa clerico-fascista, iniziata con l'apparizione del suo ebdomadarietto diocesano nel 1921, non fu per nulla scossa dalla Resistenza anti-nazista dell'inverno-primavera del '43-'44 se non nel luttuoso episodio di una ragionevole - per la logica della guerra - rappresaglia tedesca di fine giugno '44 costata la vita a qualche decina di semi-innocenti "partigiani dell'ultim'ora" molto più interessati alla ricerca di pagnotte, salsiccie, fresco formaggio che non determinati a "cacciare lo straniero" dal sacro suolo della "Patria".
L'abbagliante meteora del matelicese Enrico Mattei inoltre illuminò come non mai la coscienza dantescamente " barattiera" dei camerinesi che contano, tanto che nel maggio 196O il governo neofascista del maceratese Tambroni ordinò al sindaco Libero Polzonetti di far conferire dall' Ateneo camerinese la laurea "honoris causa" al presidente dell'E.N.I. il quale, come tutti ben sanno, fu il fondatore della " ferrea corruzione politica di Stato" di cui, proditoriamente, Prodi Romano ne é un quotato esponente.
Il Grifantini é stato per Camerino ciò che Mattei fu per l'Italia anche se qull'avvocato, come già é stato detto nella lettera diciottesima, si prestò con successo alla rovina della scalata politica degli eredi matelicesi del grande corruttore Enrico Mattei.
Ciò dunque sta a significare che a Camerino i voti per la Dc sono stati ampiamente comprati coi soldi del Popolo Italiano ricorrendo a pensioni di falsa invalidità, assunzioni clientelari, mazzette e tangenti, lettere di raccomandazioni vidimate dalla curia arcivescovile per entrare nei Carabinieri. in Polizia, Finanza, Forestale, Polizia Carceraria, per essere assunti in banca, alle Poste, all'USL, all'ospedale, al Comune, all'Università sia come bidello che come docente sia, infine, per entrare nelle industrie di Fabriano il cui proprietario Merloni é divenuto, dopo la scomparsa di Enrico Mattei, una specie di "borgomastro" del clientelismo "pro Dc".
Il Grifantini ha concentrato in sé tutto questo bel pò di roba ed é stato - mi si perdoni la sconcezza - un individuo che, ebbro di Diritto Privato, coi soldi del Popolo Italiano ci ha sempre impunemente provveduto ai cazzi suoi o a quelli di coloro a cui leccava il culo.. Ecco perché in questo documento ho ben pigiato l'acceleratore dell'invettiva.
Occorre avvertire il lettore che in questo 35.mo documento appare il nome di un nuovo magistrato: si tratta del procuratore della Repubblica Erminio Mura di Camerino il quale aveva sottoscritto la comunicazione giudiziaria a me diretta riguardante la querela per insulto e diffamazione al Grifantini. Il Mura ha percorso una carriera tranquillissima nel ruolo esclusivo di inquisitore di un tribunaletto di paese e, forse perché cosciente dei propri limiti, ha preferito non muoversi mai, credo dal 1963 o '64, dal suo riposante ambiente di lavoro. Avendo io saputo dell'imminente domanda del suo pensionamento, ho ritenuto doveroso pungolarlo per costringerlo - almeno con un gesto meritorio a fine carriera - in qualche modo a smuovere le acque melmose in cui si era arenato il procedimento 837/92 dato che tutta la mia singolare intraprendenza é da me sempre stata intesa come unico modo per accelerare la pratiche di un processo che mi é sempre stato troppo a cuore vederlo celebrato: l837-92, appunto quello dello scandalo allo Scientifico maceratese.
Invece, nonostante alcuni passaggi della lettera contenessero anche spunti tematici abbastanza offensivi, il Mura si é subito defilato preferendo così ignorare le mie invettive piuttosto che affrontarle pubblicamente. E' comunque molto probabile il fatto che da questa lettera - in cui si parla di un episodio di caccia - il Mura, prossimo al "meritato" pensionamento, abbia contribuito all'approntamento delle procedure segrete per il decreto ministeriale e prefettizio della mia "pazzia" (vedi lettera 46^) timoroso forse della traduzione in fatto del mio progetto giustizialista equivocamente assimilato, dalla stanca mente del magistrato, con la possibilità di un mio esordio terrorista.
Nonostante io non sia mai stato preventivamente arrestato, ciò é ampiamente plausibile; l'incongruenza grottesca insita nella logica di chi non ha la coscienza tranquilla per le sue malefatte contro il Popolo sta invece nel fatto che mai nessun inquirennte abbia richiesto da me un colloquio-confessione in cui invitarmi a render conto di quel mio stesso comportamento foriero poi di tante denunce a mio carico. Ancora una volta é il caso di ripetere che il peccato esiste solo se anche il prossimo ne é a conoscenza: se si evita ciò allora vuol dire che sotto sotto c'é qualcosa di strano o comunque molto sconveniente a coloro che si trovano dalla parte avversa..
Confluenza Palingenetica per il Nuovo Millennio
A Grifantini Emanuele Camerino,
all'Avv. Copponi Francesco =
alla Procura della Repubblca =
e p. c. Al Comando dei Carabinieri =
al provv. agli Studi Ventrone Macerata
alla Procura della Repubblica =
= = = = Perugia,
= = = = Firenze,
al Consiglio Sup. d. Magistratura Roma.
Oggetto: richiesta di rinvio di citazione a giudizio per oltraggio ad un lu-
rido porco bastardo democristiano, Proc. 17OO - 94, motivato
da impegno di commissario in Esami di Stato al Liceo
Classico di Fabriano, sessione 1995 .
Sono piacevolmente sorpreso del fatto che si é finalmente mosso - ma con quanto indugio - anche lo sbindellato calesse trainato da ciuchi sopra cui opera la giustizia camerte. Considerato l'ardimento politico con cui mi sono scagliato contro il Grifantini ed altri mascalzoni, mi sarei aspettato la reazione di una quadriglia da guerra, un cocchio dalle terrificanti ruote falcate ed avente per equipaggio un esperto auriga ed un bellicoso centurione. Poiché le mie insultanti incursioni epistolari autografe risalgono ormai a più di sette anni or sono e la risposta della cosiddetta giustizia é stata finora a dir poco ridicola, debbo concludere che nella fantasiosa allegoria del carro falcato gli occupanti rappresentano il centurione Grifantini e l'auriga Mura. Il primo sembra un mercenario sbandato in cerca dei resti del suo reparto sgominato; il secondo sembra un modesto vetturino o tutt'al più un collega di Sancho Pancia che non di Pancho Villa. La costitutiva arroganza del Grifantini avrebbe, in altre stagioni politiche ormai per sempre andate, ottenuto l'istruzione di questo processo in pochissimi giorni.
La mattina di domenica 29 gennaio '94 si tenne a Camerino la prima riunione pubblica della rifondazione della Dc col vecchio nome di Partito Popolare. Durante il mio intervento contro i "liberisti assoluti" ivi convenuti per il "de profundis" allo Stato Sociale, approfittai per comunicare al Grifantini - a nome del Popolo Italano - la sentenza della sua condanna a morte per decollazione mediante ghigliottina e, sempre pubblicamente e vergognosamente per lui, lo sfidai ad una sollecita querela per accendere un dibattimento politico-accusatorio nell'ammuffito Tribunale locale: l'idea fu, tra l'altro, apprezzata da un inaspettato quanto lusinghiero applauso proveniente da una parte dei presenti che essendo stati mafiosamente ricatti di aderire alla Dc, covavano il loro disprezzo e rancore per gli stessi organizzatori dell'affollatissimo consesso.
Ebbene, il relativo decreto di citazione a giudizio é stato compilato addirittura il 26/11/'94 ma spedito il 5/5/'95: segno inequivocabile che la meteora politica del bugiardo Grifantini é ormai svaporata; Come avvoltoio centrato da una corazzata a pallettoni, sta svolazzando penosamente per conchiudere così la sua infausta parabola vissuta da un tale sepolcro imbiancato.
Ora che la DC giace tumulata sotto le macerie del Muro di Berlino, dovrebbe giungere il momento di seppellire tutti i porci bastardi democristiani ma, nella momentanea impossibilità di ciò, sento più che mai il dovere di agire politicamente per il riscatto di quello stesso Popolo a cui appartengo ed in nome del quale i magistrati dovrebbero emettere le sentenze delle mie condanne. Eppure io agisco in sintonia con le stesse idee politiche dei democristiani di spicco e quindi del Grifantini stesso. Arrenzione, dunque
Nel settembre 1965, verbigrazia, ci trovammo insieme a cacciare con una squadra di comuni amici in località Tenosa, nei pressi della riserva Battibocca. Il Grifantini imbracciava un "Cosmi" da 8-1O colpi e dal costo di 42O mila lire ( 1OO lire di allora erano come 19OO lire di oggi ): un nostro compagno di caccia, il mezzadro Remo Maccari ora purtroppo deceduto, constatò, sorpreso da tanta opulenza, che con quel denaro si sarebbe potuto "improntare il capitale" per essere accolti a mezzadria in un podere sufficiente al sostentamento di una famiglia abbastanza numerosa come appunto era la sua.
Mi stimava molto il Grifantini del tempo perché la mia famiglia ostentava una opportunistica fede clerico-fascista; durante quella battuta ci furono anche occasioni di amichevole dialogo a due in cui esternammo vicendevolmente le nostre considerazioni su alcuni componenti della squadra: onestissimi individui, tenaci lavoratori avvezzi alla rinuncia ed ai sacrifici dei campi sempre troppo avari ma, ahinoi...purtroppo comunisti. Fu molto convincente il Grifantini, per me ventenne, nel sentenziare dalla sua indiscussa autorità politica che i comunisti sono tutti uguali e che, come i Pellerossa per Abramo Lincoln massacratore di indiani, i s o l i c o m u n i s t i b u o n i s o n o q u e l l i m o r t i . E' così che la penso ora io sui democristiani perché mai avrei supposto in quel lontano '65 che quei luridi porci avrebbero sempre dimostrasto di pretendere fare i cazzi propri coi sudori e col sangue del Popolo mentre pubblicamente hanno ognora esortato le plebee moltitudini a darsi da fare con le sole proprie forze "senza oneri per lo Stato".
In questi ultimi sette anni ho intraspreso incredibili audacie epistolari disorientando gli spioni armati pagati coi soldi del Popolo; tutto sommato dovrei compiere ora qualcosa di più eclatante perché anche l'incombenza più pericolosa diviene noiosa routine nella spenta ripetitività. Se, dunque, non ho compiuto ancora qualche gesto più audace, come il volantinaggio sulla malavita istituzionale di cui sono a diretta conoscenza, ciò é stato per due motivi:
a) verificare fino a che punto il potere é politicamente debole;
b) accentuare la deflagrazone giornalistica, nell'accumulare ritardo alla celebrazione dell837 \ 92, pur di rendere più preparato il terreno alla nuova seminagione della "Confluenza Palingenetica per il Nuovo Millennio".
In un mondo assolutamente privo di scopo e dunque di logica, le grandi faie sismiche della Storia sono così nate, quasi per caso, solo probabilisticamente determinate da una serie casuale e disordinata di motivi. Se comunque 'logica' significa solamente raggiungere uno scopo allora il Grifantini, facendo ovviamente l'offeso, sta cercando di tonificare la propria immagine analogmente alla magistratura camerinese che, a sua volta, non vuol sfigurare di fronte ai tribunali di Macerata, Perugia e Firenze che si stanno occupando dei miei procedimenti penali nel terrore di un dibattimmento accusatorio. Soltanto la parte inquisitoria va a gonfie vele perché in essa i magistrati e i mercenari della spiata possono fare indisturbati i conti senza l'oste. Ora anche il procuratore della Repubblica Mura Erminio, con pari ignominia dei maceratesi Fanucci e Fanuli e del perugino Belardi, ha fissato infatti la data di citazione a giudizio per l'11 luglio '95, giorno in cui sarò impegnato alla prossima sessione degli Esami di Stato in qualità di commissario. Si renderà così necessario un altro rinvio ma tutto era stato già predisposto nella testa vuota ma superpagata dei nostri oziosi magistrati.
Ed é così allora che anche la Magistratura di Camerino si attarda grottescamente adagiandosi al celeberrimo passo manzoniano: << Questo processo - quello vero, l'837/92 - non s'ha da fare! >>. Ed é per questo allora che i corrotti palazzi di cosiddetta giustizia sono molto impegnati a salvaguardare i privilegi dei prepotenti e proprio per questo i giudici-giudei dovranno essere ben presto sottoposti a pubblico accertamento patrimoniale. La magistratura del mio arretrato paesetto inoltre somiglia molto ad un pollaio al crepuscolo in cui vecchi e sterili capponi si azzuffano per il piolo più comodo per sonnecchiarci indisturbati al pigolio notturno di polverose gallinelle. Eppure queste mie belluine invettive sono sostenute da una accurata quanto motivata determinazione a credere in ciò che dico e faccio, al contrario invece di chi - come il miserevole politicante Grifantini, specialista in menzogne pur di estorcere voti agli ingenui creduloni - certamente agisce in malafede. Potrò anche sbagliare, non lo posso categoricamente escludere: però io credo fermamente in ciò che faccio e dico e di conseguenza sarà sempre meglio pentirsi di aver fatto qualcosa che pentirsi di non aver fatto nulla.
Verso la fine degli anni '60 e per tutto il decennio successivo ed oltre il Grifantini prometteva nientemeno che la provincia di Camerino e quella di Fabriano ed una fantastica autostrada-pettine pedemontana che avrebbe dovuto solcare l'Appennino da Urbino a Teramo per innestarsi all'imbocco del traforo del Gran Sasso e così percorrere il traggitto Camerino--Roma sfrecciando in viadotti e gallerie con sole due ore d'auto. A chi realisticamente gli obiettava che sarebbe stato più ragionevole raddoppiare la ferrovia Orte-Ancona, rispondeva che solo ll potenziamento del traffico privato avrebbe dato occasioni di formidabile sviluppo.
E' per questo dunque e per altri analoghi motivi nelle mie vetriolate vivisezioni logiche io mi impegno nelle stesse categorie critiche utilizzate a loro volta a profusione dai democristiani e loro compari sempre rigorosissimamente impegnati contro tutte quelle concezioni politiche assegnanti al sociale il primato sull'individuale; con una vistosa differenza, però: la mie accuse sono tutte fondate su una salda logica e su ferrei "principi di ragione" contribuenti a rendere ancor più incandescente, nel caso di una loro pubblicizzazione, l'attuale clima politico ormai sull'orlo dell'auto-combustione.
Nella realtà in perpetuo divenire può accadere di tutto e nella Storia ancor più di tutto: pure che gli animali domestici pervengano a condizione di vendicarsi, squoiandoli vivi, sui loro umani carnefici, sia pur al di là di ogni acuta riflessione sul primato della necessità sul caso o viceversa! E' comunque certo un fatto: la libertà é figlia del caso e sempre trasgressivamente maturata e nessuno quindi potrà mai essere libero se non infrangendo la norma costituitasi legge ed a proposito di libertà, il Grifantini - da gran democristiano - l'ha certamente eletta ad ideale di vita ma solo per provvederci ai cazzi suoi, ovviamente, mettendola nell'orifizio anale ai suoi concittadini mentre ad alcune concittadine é andata proprio meglio poiché, in cambio di chissà che cosa mai, le ha ben sistemate a carico della Finanza Pubblica.
Ormai il futuro del mio paesetto é definitivamente compromesso tant'é che nel settennato della sua funesta carica di sindaco sono stati impiantati faraonici cantieri per opere pubbliche demenziali e di scarso contributo allo sviluppo locale, se paragonate al migliaio di miliardi di costo sociale. La conseguenza é stata quella di un irreversibile depotenziamento della sanità ed un vertiginoso incremento di ricchezza per i preti: il tutto però é andato secondo la logica democristiana. Ma al Grifantini sicuro di andare comodamente a morire in un'efficiente struttura privata, quanto mai potrà interessare la sorte di coloro che non avranno che un'insignificante pensione di vecchiaia per pagarsi un ospizio-pattumiera?
Non mi si venga pertanto a rimproverare se nella Confluenza Palingenetica per il Nuovo Millennio col sangue dei nemici del Popolo saranno lavate le colpe politiche delle ultime due generazioni e se, nell'impossibilità dell'allestimento di sacre are sacrificali per i sublimi sacrifici saremo costretti alla spicciolata a tante repliche di Piazzale Loreto facendo di quei bastardi un'emulsione di merda e sangue, un impasto di cervella e capelli e relativo esproprio popolare delle loro refurtive.
Lo vidi colto da una mistica "eiaculazione spirituale" la fredda mattina del 29 gennaio 1994 alla prima riunione del Partito Popolare quando altri tre bugiardi, tra cui i camerinesi Sagratini e Bottacchiari, elevarono al cielo i loro giubili allelujatici alla libertà intesa come invito pressante - ovviamente agli sprovveduti - a darsi da fare con le proprie forze dopo aver ben intonato per gli imbecilli ivi presenti, il 'requiem' per l'estinzione dello Stato Sociale. In alcuni passi oratoriali, espressi con piglio 'professorale' dall'oratore Franco Sagratini, fu portata in causa la "polis di Aristotele" a cui contrapposi rabbiosamente quella di Platone.
E' comunque innegabile il fatto che la caduta dell'URSS stia facendo sbriciolare tutto un plesso architettonico - che pur aveva avuto il suo principio di ragion sufficiente- e fondamento di verità "democratica" dotara di una "sua" logica imperialistica contemplante la rapina di altrui risorse per tacitare la lotta di classe interna. Ora, in un funesto scenario balcanico che sta insanguinando l'Adriatico ed il Danubio, le caste aristocratiche e prepotenti delle cosiddette democrazie borghesi stanno affilando le loro armi per far dilaniare i popoli tra loro e le prove generali si stanno già svolgendo nei punti del mondo geopoliticamente nevralgici come, appunto, i Balcani e la valle danubiana.
Per questo ed altri motivi già dalla primavera del '76 - in piena stagione di "compromesso storico", nelle settimane della Tangentopoli Prima, quella di Leone - Crociani - Lefebvre, degli infuocati esordi televisivi di Marco Pannella e degli articoli caustici di Camilla Cederna sull'Espresso - mi accostai al concetto di "Stato Etico" partendo dall'opera di Giovanni Gentile del 1916, 'I fondamenti della Filosofia del Diritto', procedendo a ritroso fino a Platone attraverso Piero Martinetti, Hegel, Fichte, Rousseau, Spinoza, Machiavelli, la Scolastica e la Patristica. In questo itinerario politico, giuridico e filosofico ebbi occasione di rilevare tre grandi coaguli tematici molto simili tra loro quasi come le tre persone della santissima Trinità:
1) la Volontà Generale;
2) lo Spirito del Popolo;
3) la dialettica di Volente-Voluto.
Questi tre temi i socio-politici dimostrano la loro scientifica fondatezza sul seguente principio di ragione: NESSUNO ARRICCHISCE SE NON SFRUTTANDO I PROPRI SERVI O TRUFFANDO I SUOI CLIENTI. E' qui che si fonda dunque la Confluenza Palingenetica per il Nuovo Millennio.
A questultima, come contrappasso dantesco, si oppongono invece le ipocrite esortazioni del visionario Scalfaro e del cialtrone polacco Woithyla la cui sostanza, " more geometrico demonstrata", é così da loro stessi espressa: << Non cambiate la società ma ognuno di voi agisca i n d i v i d u a l - m e n t e cercando solo di mutare se stesso e non l'ordine sociale già costituito che lo circonda >>. Praticando dunque io entusiasticamente, ma anche pretestuosamente, alla lettera questo invito a così agire e nella foga di un rinnovato culto della libertà così tanto di moda con la discesa di Berlusconi, re degli imbroglioni che ci ha di già rotto i ..., mi sto in pratica adoperando addirittura per la privatizzazione del Trbunale e riconsegnarlo alla sua originaria funzione "popolar- tribunizia". A questo scopo sto collezionando denunce a dritta ed a manca sconfigurando le categorie giuridiche mentali di magistrati che (scleroticamente) ne paventano la diffusione giornalistica invece di muovere all'assalto con procedure d'urgenza e con gran risonanza di opinionisti.
Ma "omnis determinatio est negatio": ecco allora che privatizzare non vuol dire altro che togliere a qualcuno per dare a qualcun altro e questo qualcun altro deve essere il Popolo. Strappare dunque i Tribunali dalle grinfe di una magistratura mafiosa e riconsegnarli al solo legittimo proprietario! Ma da Piazzale Loreto in poi, é proprio vero che le sentenze vengono emesse secondo l'art. 1O1 della Costituzione, "in nome del Popolo Italiano" ? Oppure siamo ancora, per caso, allo Statuto Albertino ?
Poiché tutto deriva da ciò che l'ipocrita bugiardo e grezzo di mente chiama Dio ma che il dotto invece individua come Assoluto Indeterminato, é ovvio il fatto che anche il casino che sto cercando di scatenare é voluto da quello stesso Incondizionato che con somma giustizia eraclitea distribuisce anche ai democristiani candidati al paradiso la meritata parcella di 'provvida sventura'. Considerando che lo Spirito si realizza esclusivamente nella Materia, é come dire che il Padreterno si vorrebbe servire del mio agire fatto di grattacapi per i democristiani allo scopo di mandarne un bel pò e - volesse il Cielo al più presto - un bel pò in quel paradiso cui fingono spudoratamente di credere.
Si resti pure sul Grifantini e sul motivo delle mie instancabili invettive: gran democristiano, devoto alle pratiche bigotte, difensore della vita ed anti-abortista il quale in data 5/11/'93 fa sottoscrivere alla cattolica Winni Gabriella Mazzoli, ( confrontare la lettera n. 19 ) suo fedele "ministro della sanità", un protocollo N. O83O7 in cui si afferma che l'assistenza ai bambini invalidi sarebbe del tutto cessata per prosciugamento dei fondi finanziari pubblici. Ma quante pensioni di false invalidità sono state elargite immeritatamente dal Grifantini? E quanti intrusi hanno aggravato il carico della finanza pubblica a causa di quel viscido democristiano, nel ricevere indebitamente a vita lo stipendio fisso usurpando il posto di lavoro a chi ne aveva realmente diritto, pur di accaparrarsi una numerosa clientela elettoralistica per soddisfare la sua cupidigia di potere ?
Nella tettonica della Storia i tachisismi hanno sempre iniziato là dove meno lo si sarebbe aspettato ed il 'via' é sempre stato dato da un fatto - temutissimo dalla logica dell'ideologia - proveniente dalla periferia del sistema politico-economico. Anche la mia prassi può essere interpretata come azione priva di logica e di coordinammento ma se si vuol provocare una rottura delle 'incrostazioni" allora é necessario picchiare forte e ciò che al cosiddetto "benpensante" apparirebbe tutto ciò che sto facendo
come un cercare stupidamente guai per me stesso, per me é invece cogliere l'occasione dell'irripetibile. Tanto é ciò vero che nella mia ansia 'giustizialista' mi si presenta un'altra inaspettata opportunità di lotta contro i nemici del Popolo: scagliare i miei dardi epistolari anche contro il Procuratore Mura.
Non ho mai avuto infatti prima d'ora nulla a che fare direttamente con lui: anzi, ci sarebbero tutte le condizioni per coltivare rapporti amichevoli, come la stima reciproca e grande amicizia di suo padre, ormai centenario e coetaneo del il mio amatissimo nonno paterno deceduto nel '72; inoltre la moglie di quel magistrato é figlia della levatrice che mi raccolse al mondo 51 anni fa.
Giusto trent'anni or sono mio suocero, maresciallo comandante la stazione dei CC di Castel Raimondo, lo aiutò a cavare dai guai un certo Mantini di San Severino Marche, cognato di sua sorella, sorpreso da un solerte guardiaccia a fare il bracconiere in una riserva. Il favore ricevuto fu molto grande ma come compenso la cricca Machella (preside del Liceo Classico), Cardona (segretaria), Mantini (vicepreside e marito della sorella del Mura) mi sottrasse una supplenza - già conferitami dal preside stesso - di Filosofia e Storia al Liceo di Camerino, per darla ad una certa Giontoni Maura di Fabriano delle cui belle gambe ed avara minigonna il Machella si era patologicamente invaghito. Due anni più tardi, liberatomi nel frattempo del servizio militare, la stessa cricca, appoggiata anche da un prete insegnante di religione, mi negò - nonostante ne avessi diritto - ma le leggi si applicano coi nemici e si interpretano con gli amici - un'altra suplenza annuale allo stesso istituto per affidarla ad un certo Sancricca di San Ginesio, beniamino del Provveditore Tortoreto Vincenzo. Nel marzo del '73 poi la sorella del Mura, già preside alla scuola media di Serravalle del Chienti "si attenne" alla legge dando ad un altro un mese o due di supplenza.
Di tutto ciò io non ho più avuto occasione di rifarmi, prima di ora. Purtroppo la razionalità omerica - che di sentimenti molto ben se ne intendeva - afferma che non esiste miglior giustizia riparatrice se non la vendetta: con la differenza però che se a farla sono i poveracci allora si chiama vigliaccheria ma se la fanno i prepotenti allora viene detta giustizia.
L'osservazione attenta delle dinamiche umane ci insegna che mai conviene comportarsi da coniglio: il gesto magnanimo compiuto da Hitler nel consentire la fuga praticamente indisturbata da Dunkerque di diverse divisioni dell'esercito franco-inglese, ridotto dalla Wehrmacht in vergognoso disfacimento, fu interpretato come una dichiarazione di debolezza che costò terribili bombardamenti sulla popolazione civile delle città della Germania. Come magistrato clerico-fascista e democristiano sempre politicamente determinato a proteggere i nemici del Popolo anche il Mura dorebbe essere "d'ufficio" incluso nelle liste dei gravemente sospettati. Inolltre, ciò non aggraverebbe né alleggerirebbe la mia posizione processuale dato che ho altre pendenze per analogi "reati" contro altri magistrati e, dato che mi ci trovo, posso anche tranquillamente continuare.
Per il momento non sarà iscritto nella lista di proscrizione non solo perché se fosse in vita il mio amatissimo nonno mi supplicherebbe di impedirlo quanto perché voglio verificare se questo sonnecchioso magistrato abbia o meno intenzione di adoperarsi al processo 837 / 92, senza che io debba continuare ad attaccarlo per inettitudine. Eppure si apprezza ancora oggi la coerenza di Mussolini al suo ruolo storico nel non aver accettato la domanda di grazia rivoltagli dal genero Galeazzo Ciano condannato alla fucilazione alla schiena per alto tradimento; così anche Pietro il Grande di Russia fu chiamato "grande", tra l'altro, per aver lasciato morire sotto gli strumenti del carnefice il suo unigenito cospiratore e privo di attitudine al comendo. Il sig Mura allora, se non gradisce le mie incursioni, non deve fare come il Fanucci, il Fanuli o il Belardi: tanto per cominciare, non deve fissare una convocazione in un giorno d'Esame di Stato perché tramite lo spionaggio egli ben sa che mi viene affidato annualmente e d'ufficio l'incarico di commissario per quellimportante appuntamento dei nostri giovani.
Se allora il magistrato Erminio Mura volesse dimostrare sul serio di pervenire all'analisi giudiziaria della criminosa vicenda strettamente legata allo scandalo del Liceo maceratese allinterno del quale sono stato vigliaccamente imputato di truffa ai danni del denario pubblico, dovrebbe adoprarsi per il rito direttissimo e dibattimentale di questo processo apparentemente distante dall'837/92 ma di cui io ben saprei come ricollegarlo in sede giudiziaria.
Inoltre nei suoi capi di imputazione il Mura deve essere più corretto e quindi meno furbo: infatti egli snatura la fisionomia politica dei miei proclami, per i quali mi dichiara reo perché, invece di riportare per intero i punti salienti delle mie dichiarazioni, si limita pretestuosamente e con circospetta genericità a qualche cenno scollegato dal tutto. Come può allora il Popolo Italiano credere ai magistrati, pagati coi suoi soldi per trovare la verità se il Mura, ad esempio, tralascia accuratamente di riportare l'interezza dell'espressione < lurudi porci bastardi democriistiani > da me tante volte ripetuta? Per quale motivo non si indice una conferenza stampa per denunciare le mie cosiddette allucinazioni? Sta forse accadendo come nel Medio Evo in cui la verità la si poteva pronunciare solo in qualità di buffoni ma solo nel rigoroso segreto della sala del trono di un castello sprangato alle orecchie indiscrete ? Suvvia, sig. Mura; non mi dica che queste mie serrate argomentazioni in un vero dibattimento accusatorio renderebbero la sua durezza di testa simile a quella del Muro di Berlino dando ai suoi nemici un'occasione in più di ludibrio: il Mura di Camerino, anzi, il Nuraghe di Sardegna, dato che l é figlio di padre sardo!
Essendo io tenacemente stato convinto da Hegel - riaffermata la mia ulteriore fedeltà al suo i m - m a n e n t i s m o assoluto - che il pensiero sia la causa sempre razionale dell'agire e del conoscere (a tanto effetto corrisponde sempre altrettanta causa) e che a sua volta l'azione conscia sia sempre la causa del pensiero, l'unificazione del molteplice é pertanto una categoria a dir poco deontologica dello spirito della mia prassi. Ecco allora dunque che nel quadro di questo mio "dare un senso" alle cose ed alla vita, poichè la realtà, in special modo quella umana, é sempre strutturata in sistema complesso solo probabilisticamente controllabile, inscrivere nel registro degli indagati presso il Tribunale Rivoluzionario del Popolo il Mura o il Fanucci o il Ventrone o il Mattei Angelo o lo stesso Grifantini ed altri mascalzoni non sarebbe altro che prassi deontologica etico-politica, necessria quanto razionale per l'annientamento permanente dei nemici del Popolo. Il tutto, secondo le inequivocabili indicazioni forniteci dall' eccelso mio "divino" maestro Niccolò Machiavelli e dalle sue strepitose intuizioni speculative circa la "realtà effettuale".
Dall'alterigia nei miei confronti che trapela dall'avviso di udienza preliminare emesso dal procuratore Mura, costui ed il Grifantini, da sempre amici e compari come Gatto e Volpe di Collodi, sembrano misconoscere la portata di ciò che sta dietro al contenzioso apparentemente ridicolo tra il Grifantini e me che, sempre apparentemente, lascia semi-indifferente alla mia ostinazione lo sventuroso politicante camerinese Grifantini Emanuele.
Mentirei se affermassi che l'astro nascente del Di Pietro non mi avesse tanto ispirato ed esortato a non fermarmi: a tal proposito ho assunto come postulato della mia "Ragion Pratica" dedotto dalle mie riflessioni su Machiavell, il seguente Principio di Ragione: "Operari sequitur esse" ossia 'ognuno é ciò che fa', ovvero " meglio pentirsi per aver fatto qualcosa che pentirsi per non aver fatto nulla ". Ciò non ha però impedito che il Di Pietro non mi abbia molto deluso per la sua tresca con gente poco raccomandabile e per questo mi sento degno di prenderne il posto perché il mio risentimento, dal quale mi sento tranquillamente autorizzato ad ostentare una condotta civile ed umana ineccepibile, viene confortato dalla trasparenza della mia contabilità, da un tenore di vita molto al di sotto di quello dei miei pari e da una mistica devozione all'idea dello Stato Etico.
A tanti cittadini onesti e rispettosi della parola data ed assai morigerati nei consumi si contrappone sempre qualche sindaco di troppo che abbia intascato la sua parcella in nero; qualche magistrato che non riesca efficacemente ad occultare proprietà sospette di immobili; qualche maresciallo che se ne voli in pensione sempre troppo in fretta e comunque ben imbottito di soldi; qualche amministratore che abbia procurato indebitamente un bell'impiego per i suoi clienti o congiunti o che abbia sistemato qualche sua troja coi soldi del Popolo Italiano. Tutta questa spazzatura sociale dovrà fare i conti con la Confluenza Palingenetica per il Nuovo Millennio e con la fondazione dello Stato Etico.
Nella lettera XXIV.a del 24 giugno '94 menzionai tre uomini di pensiero tutti emblematicamente accomunati dallo stesso nome: Niccolò. Cusano, a proposito del quale rammentai ai vecchi magistrati l'eccellenza delle carezze bucco-vaginali; Machiavelli, che raccomanda di 's p e g n e r e ' tutti quei nemici che non possono essere trasformati in amici; Foscolo, per la sua ragionevolissima carica neo-ghibellina ed antidemocratica. La filosofia di Cusano, la politica di Machiavelli e la poetica del Foscolo sono i miei riferimenti teoretici con cui neutralizzare l'arroganza dei prepotenti contro i quali, non avendo essi senz'altro da soli incrementato le proprie fortune, é giunto il momento in cui coloro che - impunemente espropriati dei loro frutti - hanno creato ricchezza col sudore della fronte si riprendano il maltolto in nome dello Stato Etico.
Mussolini, reduce dalla sifilide, riuscì ad ingannare il Popolo Italiano richiamandosi ai Fasci Siciliani ed allo Stato Etico: due argomenti formidabili da porre come rimedio alla crisi del liberalismo e del capitalismo mercantilistico contro i quali anche i social-comunisti si battevano con pari determinazione. Appena giunto al potere però gettò la maschera socialista con il più bieco e straccione dei liberismi: per questo, giustamente, fu appeso a testa in giù insieme ad altri 17 mascalzoni sul traliccio della tettoia della distribuzione di carburante Agip di Piazzale Loreto.
In merito a ciò anche il mio paesetto potrebbe fornire un'ottima scenografia per la riedizione di Piazzale Loreto: si tratta della distribuzione E R G, ai bordi della cui copertura ci sarebbe posto per una buona cinquantina di tanti Fanucci, Mattei, Ventrone e, naturalmente, di tanti Grifantini. Non ci sarebbe inoltre alcuna difficoltà nel rapido reperimento di combustibile per l'incenerimento delle carogne. Sarebbe un mini-giubileo per i camerinesi, una vera e propria piccola Norimberga all'italiana alla cui concessione momentanea del sito il titolare di quela distribuzione di carburante sarebbe favorevole, previa garanzia scritta per l'incolumità e la salvaguardia dell'impianto stesso.
I crescenti problemi da affrontare, con una figlia invaida semi abbandonata dalle civili istituzoni, sono ad un punto in cui si condensa un enorme potenziale politico dal quale non dovrebbe essere difficile catturare l 'attenzione dell'opinione pubblica sui gravi problemi aperti da questa fase di imprevedibile impoverimento nazionale. Un rimedio straordinariameente innovativo e carico di un diverso signigicato antropologico e giuridico sta nella tanto auspicata rettifica dello Spirito della Tragedia Classica la quale, dopo quasi 25OO anni, attende questa formidabile correzione secondo la quale a pagare deve essere il colpevole ossia chiunque abbia, con autonoma e responsabile dedliberazione, ingannato il Popolo per i propri egoistici calcoli. Il sig. Grifantini, ad esempio, si é sempre presentato paladino della vita: ma di quale vita? Della "sua", ovviamente, allor quando ha dato prove inoppugnabili nel trarre profitto dalle sventure altrui.
Gli spiriti eletti che aderiranno alla Confluenza Palingenetica per il Nuovo Millennio saranno solerti nel perseguire, con determinazione 'chiliastica', l'annientamento e la soluzione finale dei balordi, alla luce di questo Principio di Ragione Dialettica : " Omnis Determinatio est Negatio ". Tale spirito "giustizialista" e rivoluzionario non va interpretaro con l'ordinaria "crudeltà" contro bovini, maiali e polli da parte di un accorto padre di famiglia che per amore dei suoi bambini imbandisce loro la tavola con saporite bistecche e succulente graticolate di salsiccie quanto invece con l'accanimento più che altro preventivo contro cani randagi portatori di rabbia e rogna che, potendo mordere ai suoi figli indifesi - che egli ama più di se stesso - si apposta attorno alla sua casa per abbatterli, preventivamente, tutti ! Come straordinaria opportunità ci sarebbe la soppressione di tanti parassiti da quello stesso desco, oramai sempre più sguarnito di cibarie, attorno al quale si aggirano ancora troppe fauci insaziabili che non solo sottraggono al Popolo quello stesso pane che egli con tanto sudore ha prodotto ma che insudiciano, come arpie, il poco che resta coi loro rivoltanti escrementi durante i loro volteggi di fine Millennio sopra la comune ricchezza nazionale..
La crisi che ci attanaglia sempre più é l'espressione della inevitabile fine di qualcosa che pure un giorno cominciò e che, volendolo, si riallaccia allo scenario aurorale della Rivoluzione Francese in cui le idee di Ruosseau poterono ben svilupparsi intorno alle tematiche sulla Totalità Nazionale. Dagli anni dellera napoleonica però l'antitodo a tale impianto di pensiero unificatore del molteplice si fondò su questo stupido postulato espresso dalla grande borghesia che si accinse a cancellare ogni residuato di giacobinismo: il collettivismo come il male assoluto. Con tale categoria logico-politica i nuovi prepotenti si son costruiti una specie di "campo ideologico" analogo al 'campo magnetico' dei fisici: una grandezza geometricamente determinabile, in ogni punto della quale é agente una forza la cui variazione permette di prevedere ogni effetto futuro in tutta l'area del campo stesso.
In quegli ultimi decenni i nostri balordi hanno sempre mendacemente sostenuto che le loro definizioni sul collettivismo sociale sia di sinistra che di destra avessero potuto esprimere, con positivistica precisione, la proprietà metafisica del "primato del Tutto" sulla parte. Le leggi del pensiero però non possono costituire la trascrizione fedele della ricerca delle essenze qualitative bensì sono semplici argini per canalizzare la navigazione della mente verso l'aspettazione certa di altre esperienze future con cui concentrare così gli sforzi per dominare il mondo al solo scopo di edonistica e libidinosa appropriazione.
Si prenda come esempio la tragedia balcanica. I nostri bastardi democristiani ed affiliati di tutte le aree politiche hanno avuto bisogno di includersi nella folla degli aizzatori di popoli slavi al solo scopo di ammonire gli stolti e gli ottusi di nostre contrade: << State attenti! Vedete cosa succede laddove c'é stato il comunismo? Badate dunque a non foraggiarlo più con i vostri suffragi elettorali >>, Il cialtrone polacco, messo in Vaticano dalla Cia dopo l'avvelenamento di papa Luciani, ha avuto la funzione di direttore del funesto coro. Si potrebbe invece ragionare anche in questaltro senso: << Durante i 46 anni di comunismo quei popoli hanno vissuto in pace; ora che l'URSS si é liquefatta ed i finanziamenti sono spenti, questi popoli stanno alacremente fornendo alla Storia il rosso inchiostro per la sua scrittura dei loro annali: il sangue! Stiamo attenti che non succeda altrettanto in Italia! >> dato che gli Stati Uniti non hanno più interesse a contribuire sostanziosamente alla tonificazione della nostra debole economia allo scopo di scongiurare lavanzata di un nemico - lURSS - che ora non cè più.
Nella ricerca del senso dell'esistenza occorre integrare la categoria di 'causa' con quella di 'funzione' e la categoria di 'sostanza' con quella di 'persistenza della connessione'; a tal proposito il significato del platonico 'Mito della Caverna' é magistralmente pertinente ed attualizzabile anche se, in ultima analisi, la categoria mentale della 'persistenza dei significati' é ottimamente espressa dalla insaziabile cupidigia dei prepotenti che, come orridi vampiri, succhiano con sozze labbra il sangue dei poveri cristi perpetuando a sè agi e soprusi sulla loro pelle. Il tutto é possibile e si cinge di una sua 'sensatezza' razionale solo se tutto quello che arriva al nostro cervello - il residuato di esperienze caricate inavvertitamente di significazioni socialmente e culturalmente deformabili - può essere sistemato con la logica dei dominatori.
Come padre di una figlia completamente invalida e la cui situazione é il risultato di quello che era una prevedibilissima evoluzione sanitarie, la cui venuta al mondo nelle Marche - la regione in cui la gestione spudoratamente mafiosa della Pubblica Sanità risulta tra le più costose d'Italia - in grandissima parte é imputabile all'atteggiamento sciagurato del Mattei, medico di famiglia democristiano ed ipocritamente anti-abortista, mi trovo nella condizione esistenziale di percepire in modo chiaro e distinto l'esperienza del "lager": l'impossibilità di infrangere i reticolati ad alta tensione, l'indifferenza totale degli aguzzini alla disperazione del singolo detenuto e la spettrale completa 'sostituibilità di chi é ancor vivo con chi é già morto così come, d'altronde, é anche da sempre accaduto sulla prima linea del fronte di guerra. La disperazione, allora, non deve ripiegare sterilmente nell'abbandono di se stessi ma deve fungere da apparecchiatura psicologica per caricare vettorialmente le energie psichiche allo scatenamento della "praxis" così come sta avvenendo ora in cui scrivo ciò che ho pensato ed il non farlo sarebbe sprecare irrimediabilmente l'occasione perché un mio forte principio di ragione é, come già detto, il seguente: < Meglio pentirsi per aver agito che non per essere stati a guardare > !
Ma il mondo storico finisce ciclicamente, dopo le fasi dell'ottimismo e della dialettica, per essere assorbito dai meccanismi più esasperati nonostante l'organizzazione scinetifica degli apparati di dominio sulla Natura e sui deboli. Dato però che l'Illuminismo é la fase suprema della statica razionalità in cui la Ragione finisce, a forza di pensare narcisisticamente se stessa, con l'ulcerarsi sanguinolentemente al pari di uno stomaco privo di quei meccanismi che bloccano la digestione quando non c'é più nulla da assimilare al circuito sanguigno dell'organismo, così sull'Umanità ritorna l'orrore della barbarie e della distruttività. Spetta allora al Popoo aristotelicamente inteso - ossia a coloro che non sono nè troppo ricchi nè troppo poveri perchè non sfruttano nè sono disposti a farsi sfruttare - a stornare sul terreno dei dominatori questa tempesta di morte ribaltando lo Spirito della Tragedia Classica in cui era stupidamente bello morire e soffrire per le colpe altrui commesse. Mai mi vergognerò pertanto di confessare l'auspicio del ritorno di riti sacrificali barbarici sulle cui are di morte sgorgherà un sangue peccaminosoasperso sul sacro Suolo Italiano con cui lavare le colpe commesse dai giustiziati.
I cosiddetti "benpensanti" o meglio, sepolcri imbiancati, leggendo queste pagine esprimeranno un'esecrabile disapprovazione ma c'é un punto che voglio sottolineare a mia giustificazione: il Grifantini ed i suoi bastardi compari hanno progettato in segreto il mio annientamento morale e civile; io invece, del loro annientamento anche fisico ne parlo pubblicamente e con linguaggio inequivocabile che per essi si trasforma nella peggiore delle beffe che politicamente possa subire chi si é sempre presentato come paladino del Popolo quando invece in effetti ha semplicemente provveduto ai suoi privilegi. Quale dei due schieramenti avrà il maggior numero di sostenitori ?
Vediamolo in tribunale, sig. procuratore Mura, con un frizzante, anzi, friggente rito accusatorio in cui ella potrebbe convincere il Popolo Italiano che, almeno nel suo ultimissimo scorcio professionale da magistrato, ha onestamente meritato lo stipendio - e la prossima gagliarda e succulenta liquidazione - che il Popolo stesso le ha sempre permesso di percepire perché ha creduto ingenuamente che anche lei avesse sempre agito e parlato "in suo Nome". Non fissi però le udienze quando sono insostituibilmente impegnato in Esami di Stato perché gli spioni sanno tutto di me ciò che poi si finge per convenienza di ignorare. Dato che gli inquisitori fissano le celebrazioni preliminari dopo alcuni anni dall'evento criminoso per stabilire poi la data della prima udienza dopo altri ben 14-18 mesi, credo che non sia difficile fissare questo incontro giudiziario in un periodo più ragionevole e comunque al di fuori delle mie impellenze scolastiche degli Esami di Stato.
E' molto disonorevole per l'Italia ansiosa di slanci europeistici far sapere agli stranieri che dei distratti e fannulloni magistrati, dipendenti dello Stato, si adoperano per intralciare il lavoro ad un altro dipendente dello Stato che da sempre cerca di compiere il suo dovere: nel migliore dei modi !
Cesare-Maria TESTA
Camerino, 7 luglio 1995.